Croco e Smilace

C’era una volta, molto tempo fa, una bella ninfa di nome Smilace.

Un giorno, durante una delle sue peregrinazioni nel bosco vicino ad Atene, si imbatte in un visitatore inaspettato.

Costui è Croco un giovane ed affascinante guerriero.

L’amore tra i due è fulminante e travolgente.

La loro relazione è forte quanto osteggiata.

Gli dei dell’Olimpo non ne vogliono sapere  della folle passione che arde tra i due

Non riuscendo a separarli con le buone, passano alle maniere forti. Le divinità rendono la vita dei due un inferno, tanto da spingere Croco al suicidio.

Smilace è disperata. Mai gli abitanti dell’Olimpo avevano visto una sua figlia abbattersi a quel modo. Mossi a pietà, li avrebbero uniti trasformandoli.

smilax

Lei nella pianta dalle foglie a forma di cuore e dai rami spinosi (salsapariglia nostrana o smilax aspera) simbolo del loro amore tenace  ma esasperato.

Lui in un fiore viola, superbo nell’innamorarsi di una divinità, ma dal cuore color del sole a ricordo dell’amore immortale per la sua Smilace: lo zafferano appunto (o crocus sativus)

Questa leggenda greca ben dimostra come la conoscenza dello zafferano sia radicata nei millenni e nella storia dell’uomo.

Tant’è vero che le prime tracce di zafferano risalgono addirittura all’età del bronzo  ( 3500 a. C. – 1200 a. C. ca).

Ma è con le civiltà classiche che questo fiore diventa prezioso.

In quest’epoca gli stigmi color arancione/rosso sono usati  in Grecia come colorante per le stoffe e come dono agli dei. Non a caso negli affreschi è una dea l’addetta alla raccolta del pregiato fiore.

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I nobili romani, i soliti lussuriosi, lo usavano per il proprio bagno caldo o per riempire i cuscini degli ospiti.

Cleopatra ne usufruiva per le sue qualità cosmetiche ed afrodisiache.

Era inoltre rinomato come medicamento, utile in caso di mal di stomaco, emorragie interne e le infezioni del sistema urinario.

È grazie ai fenici che questo nobile fiore si è diffuso in tutti gli angoli del Mediterraneo: dai tintori di Tiro, alle nobildonne patrizie, ai medici egiziani, ai sacerdoti greci ed ai commercianti arabi.